Gela | l'incendio al petrolchimico causato dalla fuoriuscita di idrocarburi

Eni: dissequestrato l'impianto dell'incendio del

15 marzo scorso, la Procura continua a indagare

Dal momento del sequestro ad oggi l'attività della raffineria non si è mai fermata

di Giuseppe Maria Tinnirello

L'incendio allo stabilimento Eni di Gela
L'incendio allo stabilimento Eni di Gela

A quasi un mese e mezzo dall’incendio divampato alla Raffineria di Gela, la procura della Repubblica ha disposto il dissequestro dell’area che il 15 marzo scorso interessò la porzione nord-ovest dell’Isola 7 del petrolchimico. Le fiamme erano divampate a causa dello sversamento di oli idrocarburi da una delle duecento linee presenti nell’impianto di raffinazione. La magistratura, che ne ha disposto gli accertamenti, continua a mantenere sotto sequestro le quattordici linee maggiormente interessate dal rogo sviluppatosi nell’area compresa tra gli impianti Coking1 e Topping 1 dello stabilimento Eni.

Frattanto, a Roma, in commissione Ambiente al Senato è stata presentata una risoluzione sui danni provocati dall’inquinamento ai territori siciliani, e in particolare dal pet coke che si produce nello stabilimento di Gela. Solo qualche giorno fa il tribunale ha emesso una sentenza storica, e non solo per il territorio gelese, che ha esteso i benefici contributivi per l'esposizione all'amianto ad un lavoratore del petrolchimico: "La sentenza favorevole ad un lavoratore che ha prestato la sua attività nel petrolchimico siciliano è una decisione storica per l'intero territorio nazionale" - ha dichiarato uno dei legali dell'ex dipendente della raffineria di Gela -.                            

Giovedì 24 aprile 2014