di Giuseppe Maria Tinnirello
Sarà per il rischio di attentati terroristici in nome di Allah, che negli ultimi tempi si è fatto per il vero sempre più pressante, fattostà che sembra siano diventati i porti i luoghi più controllati dalle forze dell’ordine. Così è successo che nel pomeriggio di ieri i poliziotti del commissariato di Gela si sono appostati proprio lì, al porto rifugio di Gela, per portare a compimento un arresto ai danni di un 49venne proveniente da Napoli, che non era “sbarcato” per fare il turista – né per proclamare il califfato islamico come accade, pare, sempre più di frequente con alcuni nostri connazionali e come è già accaduto con la conterranea (campana) del truffatore sparita nel nulla salvo poi ritrovarla a combattere in Siria accanto ai fratelli (jihadisti) musulmani, e che ha tenuto banco per qualche giorno sulle pagine dei giornali e dei programmi televisivi di comunicazione politica – ma per “acquistare”, si fa per dire, una moto d’acqua. Giona Della Ragione, questo il nome dell’arrestato, aveva regolarmente pagato € 8.200,00 con due assegni circolari e stipulato un contratto, risultati poi entrambi falsi. Ma grande è stata la sorpresa degli investigatori quando, a seguito di verifiche, si sono accorti che il truffatore fermato era un loro collega in servizio presso la squadra nautica di Napoli. L’arrestato, al quale è stato contestato il reato di truffa, è stato così tradotto nel carcere di Gela a disposizione del dottor Antonio D’Antona, pubblico ministero di turno in forza alla procura di Gela.
Ma in questi giorni non è stato solo il porto di Gela ad essere tenuto sotto sorveglianza. All’interno del porto di Sant’Agata di Militello nel messinese, ad esempio, un pescatore appena ieri l’altro è stato tratto in arresto perché rubava gasolio destinato ai pescherecci, e quindi sottoposto ad accisa agevolata, che veniva poi rivenduto nel mercato nero. L’operazione, condotta dalla Capitaneria di porto e dalla Guardia di finanza, ha condotto alla denuncia a piede libero di due persone e all’elevazione di una sanzione amministrativa di circa 5000 euro. Nel corso delle operazioni di controllo i militari si sono accorti che parte del combustibile veniva poi illecitamente trasportato con un peschereccio in contenitori di plastica nient’affatto idonei a contenere il liquido infiammabile. Quando si dice “un porto sicuro!”.
Sarà per il rischio di attentati terroristici in nome di Allah, che negli ultimi tempi si è fatto per il vero sempre più pressante, fattostà che sembra siano diventati i porti i luoghi più controllati dalle forze dell’ordine. Così è successo che nel pomeriggio di ieri i poliziotti del commissariato di Gela si sono appostati proprio lì, al porto rifugio di Gela, per portare a compimento un arresto ai danni di un 49venne proveniente da Napoli, che non era “sbarcato” per fare il turista – né per proclamare il califfato islamico come accade, pare, sempre più di frequente con alcuni nostri connazionali e come è già accaduto con la conterranea (campana) del truffatore sparita nel nulla salvo poi ritrovarla a combattere in Siria accanto ai fratelli (jihadisti) musulmani, e che ha tenuto banco per qualche giorno sulle pagine dei giornali e dei programmi televisivi di comunicazione politica – ma per “acquistare”, si fa per dire, una moto d’acqua. Giona Della Ragione, questo il nome dell’arrestato, aveva regolarmente pagato € 8.200,00 con due assegni circolari e stipulato un contratto, risultati poi entrambi falsi. Ma grande è stata la sorpresa degli investigatori quando, a seguito di verifiche, si sono accorti che il truffatore fermato era un loro collega in servizio presso la squadra nautica di Napoli. L’arrestato, al quale è stato contestato il reato di truffa, è stato così tradotto nel carcere di Gela a disposizione del dottor Antonio D’Antona, pubblico ministero di turno in forza alla procura di Gela.
Ma in questi giorni non è stato solo il porto di Gela ad essere tenuto sotto sorveglianza. All’interno del porto di Sant’Agata di Militello nel messinese, ad esempio, un pescatore appena ieri l’altro è stato tratto in arresto perché rubava gasolio destinato ai pescherecci, e quindi sottoposto ad accisa agevolata, che veniva poi rivenduto nel mercato nero. L’operazione, condotta dalla Capitaneria di porto e dalla Guardia di finanza, ha condotto alla denuncia a piede libero di due persone e all’elevazione di una sanzione amministrativa di circa 5000 euro. Nel corso delle operazioni di controllo i militari si sono accorti che parte del combustibile veniva poi illecitamente trasportato con un peschereccio in contenitori di plastica nient’affatto idonei a contenere il liquido infiammabile. Quando si dice “un porto sicuro!”.
Lunedì 19 gennaio 2015
© Riproduzione riservata
1312 visualizzazioni